Il corpo e la mente

Nel Compendio di Freud si legge: “la psicoanalisi reputa che i presenti processi concomitanti di natura somatica costituiscano il vero e proprio psichico, e in ciò prescinde a tutta prima dalla qualità della coscienza” (Freud, 1938 – p. 585).

Fin dalle origini della psicoanalisi e nell’ultimo Freud troviamo riferimenti importanti circa il tema del corpo-mente. La comprensibilità del mondo dipende da queste due categorie non separate ma concomitanti. Negli anni, gli sviluppi in questo ambito della psicoanalisi sono stati vari e mai del tutto assenti ma, mai come ora, si ripresentano per essere considerati, approfonditi, sperimentati. Il corpo come ulteriore momento di ascolto, porta d’accesso e di potenziale decodifica di presenza pulsante, in attesa di significati. L’attenzione, dunque, anche ai segni del corpo sia dell’analista che del paziente, come spazio ulteriore di indagine e conoscenza del mondo interno e della relazione, in deposito all’analista, che gradualmente lo restituirà in linguaggi trasformati: dal soma allo psichico. Una partecipazione importante
del corpo, attivo anche nella relazione analitica che rimanda a livelli primitivi del dialogo madre-bambino, fin dalle prime stimolazioni per affrontare contrasti e disconnessioni originari alle volte intollerabili. Il corpo concreto, nel qui e ora della seduta analitica, viene considerato da Bion come una potenzialità di pensiero in divenire, come un pensiero in attesa di essere pensato, laddove il ruolo dell’analista può essere assimilato a quello della levatrice di un pensiero che sta per nascere. L’accoglimento e la comprensione che attraversano il corpo e la mente sono alla base di ogni atto pensante.
Presso Lo Spazio è attivo un gruppo di studio e ricerca che approfondisce il tema attraverso incontri con letture di autori, discussioni di casi clinici e partecipazioni attive ad eventi culturali.

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