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La raccolta di scritti di Paolo Perrotti è stata realizzata da Irma Perrotti, con la collaborazione di Piero Randazzo. Si ringraziano tutti coloro che hanno fornito il materiale in loro possesso e Marta Perrotti per le ricerche in biblioteca. Ogni scritto èdiffuso a titolo gratuito. Il materiale non puòessere duplicato a scopo commerciale o di lucro, néin tutto néin parte, in nessuna forma e tramite nessun canale.

Milano-Roma, febbraio 2021
Le schede di invito alla lettura sono a cura di Paolo Cruciani, Paola Dall’Albero, Ninfa Delicato, Gabriella Faragalli, Daniela Ferretti, Andrea Mazza, Giorgio Misticoni, Vincenzo Antonio Panella, Donatella Petrini, Francesco Piermattei, Piero Randazzo, Gian Paolo Sammarco, Daniela Zampa.

(1970) Alcune considerazioni sul simbolismo dei numeri nell’inconscio. Comunicazione letta all’Istituto di Psicoanalisi il 20 marzo 1970, Psiche, VII, 1970

Si pone come oggetto di riflessione il modo in cui l’interpretazione del simbolismo in senso stretto possa essere uno strumento per comprendere l’importante funzione svolta dai numeri nei sogni e nei sintomi. Per trovare un rapporto simbolico costante e universale occorre fare riferimento sia al valore aritmetico che a quello psicologico del numero. Si arriva in questo modo ad un’essenza prelogica del simbolo numerico, come ad una sorta di lingua universale che viene utilizzata nella formazione del sogno.

(1972) Presentazione, in W. Reich, E. Fromm, I. Sapir, Psicoanalisi e marxismo, Ed. Savelli

Si affronta con libertà il complesso e mai definito rapporto tra due rivoluzioni copernicane: marxismo e psicoanalisi, sottolineando che la problematica affrontata è tale da suggerire un nuovo esame del problema. Attraverso la particolare ottica l’Autore intravede, nelle argomentazioni di Reich, una specifica causalità psichica: stati di eccitazione inarrestabile di fronte ai quali tutto deve essere subordinato.

(ott-nov 1974) Un contributo al tema: La psicoanalisi oggi, Intervista di Lucio Russo, Quadrangolo, a. 1 n. 1, Ed. Bulzoni

Una trattazione di fatti e problemi. Le investigazioni della psicoanalisi si svolgono in tutti i campi, nella psicologia collettiva (gruppi e comunità), nella società e nelle istituzioni. La questione del costo delle analisi: una terapia per eletti? L’ortodossia in psicoanalisi. Un testo che, ancora oggi, mantiene intatte le ragioni della sua necessaria scrittura.

(ott-nov 1974) Portiere di notte, Quadrangolo, a. 1 n. 1, Ed. Bulzoni

La validità di un film dovrebbe essere valutata sulla base del coinvolgimento che questo determina nello spettatore e nella qualità delle soluzioni che il film si propone. Un film può mettere in scena una rappresentazione dell’ambiguità, potendo simultaneamente rendere visibili le conflittualità

umane, o le parti contrapposte della personalità. Il regista può farci sentire affascinati e coinvolti, sufficientemente al sicuro, tanto da poter accettare l’esistenza di quella nostra stessa ambiguità, altrimenti insostenibile.

(gen-mar 1975) Sussurri e grida, Quadrangolo, a. 2 n. 2, Ed. Bulzoni

Considerazione sulla settima arte. La possibilità di raccontare, obiettivare, la propria scissione e la propria regressione è un solido ancoraggio alla realtà ed è situazione del tutto diversa dalle scissioni e dalle regressioni patologiche. L’artista ha un piede nella follia e un piede nella realtà e noi spettatori lo seguiamo emotivamente, nella possibilità di scomporre l’unicità di sé e di restituirla nella molteplicità dei personaggi, tutti visibili nella loro intimità. Nella nostra intimità. E alla fine del film, siamo tutti scossi, ma certamente sollevati, qualcuno anche euforico.

(gen-mar 1975) La porta di Duchamp, Quadrangolo, a. 2 n. 2, Ed. Bulzoni

L’arte risveglia l’elemento drammatico della nostra vita psichica. Ma fino a che punto la decodificazione dell’emozione inconscia che corre tra l’artista e lo spettatore annulla l’emozione stessa? Finita l’indagine dei movimenti inconsci scatenati da Duchamp ci troveremo completamente pacificati. Per la sua Porta, tutta la suggestione resterà.

(ott-dic 1975) Tavola rotonda psicoanalitica, con F. Corrao, I. Matte Blanco, E. Mazzonis, C. Musatti, C. Neri, Atti del convegno “Il bisogno della libertà”, Roma 20-22 settembre 1975, Quadrangolo, a. 2 n. 4, Ed. Bulzoni

Uno storico convegno. Ragione e inconscio, logica ed emozione. Almeno tre generazioni di psicoanalisti dibattono e non sempre sono d’accordo, come dimostrano le diverse angolazioni del pensiero di Corrao e Matte Blanco sulla logica/non logica. Sono psicoanalisti che si preoccupano di far dialogare la psicoanalisi, una scienza giovane, empiristica, esperienziale, drammatica, con altri campi del sapere.

(ott-dic 1975) Su un’intervista a Man Ray, Quadrangolo, a. 2 n. 4, Ed. Bulzoni

L’opera e le parole di Man Ray sono occasione per definire la natura dell’arte. Qual è il valore di un’opera? Un oggetto che per l’artista è la sorgente stessa stimolatrice della creazione e che, nell’uomo comune, provoca il sintomo transitorio dell’arte, mai patologico. Nell’opera, possiamo guardare il mondo con gli occhi di una dialettica inconscia, senza tempo e spazio, e senza curarsi della contraddizione, ritrovando noi stessi in una vitale molteplicità.

(gen-mar 1976) Amleto – un sogno da interpretare, Quadrangolo, a. 3 n. 5, Ed. Bulzoni

Una descrizione articolata ed integrata delle dinamiche edipiche, viste come universali ed immutabili nel tempo, alla luce anche delle emozioni preedipiche più arcaiche. Il tutto stimolato dalla messa in scena dell’opera Shakespeariana da parte di Carmelo Bene dove i vari personaggi, liberamente interpretati, sembrano rappresentare i tanti aspetti del complesso mondo interno di Amleto. E la recita dei commedianti un tentativo, attraverso la funzione del sogno, di integrarli.

(gen-mar 1976) L’Amleto di Carmelo Bene, Quadrangolo, a. 3 n. 5, Ed. Bulzoni

Prende forma, come riflessione conseguente ad una prolungata discussione seguita ad una visione collettiva dell’Amleto di Carmelo Bene, la descrizione della comunicazione inconscia autore-attore-spettatore. Il messaggio conscio dell’autore è affiancato dai suoi elementi inconsci che ne corroborano la portata artistica. Essi vengono agiti e trasformati dall’inconscio dell’attore e divengono infine universali nella dinamizzazione dei risonanti elementi inconsci dello spettatore al quale arrivano, oltre agli elementi pulsionali, anche le modalità riparative mobilitate nei precedenti passaggi.

(apr-set 1976) Una vita intensa, Quadrangolo, a. 3 n. 6-7, Ed. Bulzoni, anche come Introduzione a N. Perrotti, L’Io legato e la libertà, Ed. Astrolabio, 1989

Attraverso la rivisitazione del pensiero del padre Nicola, della sua lunga e intensa storia umana, si può cogliere quanto il modo di intendere e di vivere la psicoanalisi dell’uno e dell’altro coincidano; punti cardine di una degna condizione umana sono per entrambi il senso di responsabilità morale e l’aspirazione all’autodeterminazione e alla libertà. La psicoanalisi emerge come indagine e medicina della psiche, che unisce vita e attività scientifica in una condivisione profonda in cui gli affetti veicolano la trasmissione del sapere scientifico, nei suoi aspetti rigorosi e creativi. La funzione della psicoanalisi individuale e sociale diventa quella di sostenere l’umanità verso l’umanizzazione. Ma dove si connettono l’individuale e il sociale? Nella liberazione dell’umanità dalle sue schiavitù sociali ed economiche e nella liberazione dell’animo umano dalle sue schiavitù psichiche.

(ott 1976-nov 1977) Cinema e psicoanalisi, Quadrangolo, n. 8-9, Ed. Bulzoni

Sullo schermo, dove la realtà è temporaneamente accantonata, il regista proietta il nostro bisogno profondo di drammatizzare. Da questa prospettiva il film non è un oggetto da interpretare, ma una situazione in cui qualcosa del nostro inconscio può essere vissuta, riproposta e percepita. Cosa rimane del film? Non un qualcosa di terapeutico, ma un vissuto, che è un problema tutto personale.

(1978) L’insegnamento della psicoanalisi nella Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma, Atti del convegno “Psicoanalisi e istituzioni”, Ed. Le Monnier

Brevi argomentazioni aperte sul concetto di realtà nello psicoanalista, sul superamento di Freud, sul concetto di ortodossia, sulla neutralità dell’analista. Un vero e proprio metodo psicoanalitico: non si può presentare un tema, un argomento attraverso definite e definitorie risposte, ma è necessario suscitare nuove domande, allargare il senso e il significato di ciò di cui si vuole discutere. Una psicoanalisi come disciplina che può dare risposte ma che, soprattutto, suscita nuovi interrogativi.

(nov-dic 1978) Interviste sulla psicoanalisi, con S. Bordi, unità proletaria, a. 4 n. 4, Ed. Savelli

Psicoanalisi intesa come scienza, il concetto di guarigione, la rivoluzione psicoanalitica. Paolo Perrotti, pur rivolgendosi ai suoi interlocutori come compagni di Unità Proletaria, non rinuncia, prima di rispondere, a ribadire la totale autonomia di pensiero e di ricerca della psicoanalisi, rispetto a chi,

anche in perfetta buona fede, vorrebbe stringerla in un determinato campo. Non c’è da essere frettolosi nel discorso con la psicoanalisi, perché sarebbe un errore molto grave.

(1980) La S.I.P.G., Quadrangolo, n. 12-14, numero monografico “Il Gruppo e la Psicoanalisi”, Ed. Bulzoni

La narrazione della storia di un’istituzione, nata all’interno de Lo Spazio, consente di tracciare le linee di ricerca che si sono sviluppate in questo Centro. Nasce una nuova istituzione che potrà aiutare a superare incomprensioni e diffidenze, capace di stabilire una continuità fra la prospettiva psicoanalitica e lo studio dei gruppi. Il suo statuto traccerà un programma di lavoro in cui la crescita della conoscenza e l’attenzione alla formazione e alla ricerca saranno le prime finalità, e si svilupperà la capacità di sperimentare situazioni inedite.

(1980) Eloisa e Abelardo (prima parte), Bologna 1978, Quadrangolo, n. 12-14, numero monografico “Il Gruppo e la Psicoanalisi”, Ed. Bulzoni

L’uso della metafora è qui rivolto al tema dell’amore. Ma cosa muove il sentimento, il legame, la possibilità che l’oggetto diventi qualcosa di nostro, per sempre? Ci troviamo misteriosamente immersi, come in un sogno, in personaggi che trovano dimora nel lettore. Ne sarà così forte la personificazione, tanto da far ritrovare noi stessi in ciascuno di questi e in una realizzazione così vicina, intima, dell’innamorarsi.

(1980) L’amore geloso (seconda parte), Roma 1979, Quadrangolo, n. 12-14, numero monografico “Il Gruppo e la Psicoanalisi”, Ed. Bulzoni

Un’immersione nel vissuto geloso. Tutto accade in fretta, due giorni fa li ha incontrati insieme. Forse erano abbracciati. L’ossessione durerà tutta una notte, con una fredda tortura s’infiamma la mente. Solo illusoriamente svanirà, lasciando posto a colori tenui e tiepidi del primo mattino. Potranno questi colori ridargli vita e contrastare una nuova discesa nella notte? Non resiste. La fiamma della passione appartiene all’unione dei due e torna a bruciarlo.

(1980) Il presidente Schreber (parte finale), Roma 1980, Quadrangolo, n. 12-14, numero monografico “Il Gruppo e la Psicoanalisi”, Ed. Bulzoni

Cosa si trova entrando nella crepa che rimane da un delirio? Uno sconcertante monologo drammatizza gli scenari del mondo interno. L’immedesimazione diventa il mezzo attraverso cui vivere il pensiero delirante, traducendolo nei suoi termini inconsci. Dall’assurda realtà del delirio alla sua condivisione, in un dialogo tra posizioni della mente, tra psicotico e non psicotico.

(1980) Santa Sabina (prima parte), Roma 1980, Quadrangolo, n. 12-14, numero monografico “Il Gruppo e la Psicoanalisi”, Ed. Bulzoni

Siamo in una basilica solenne, restaurata, tornata all’essenzialità degli elementi architettonici primitivi. Un luogo che rimanda all’essenza dell’analisi e alla mente dell’analista in ascolto, una disposizione ad accogliere chi entra. Si genererà un incontro trasformativo nell’intreccio tra la specifica sofferenza del paziente e quella riparata dell’analista? All’interno di questo ampio spazio il paziente potrà sognare?

(1980) Il punto di vista psicoanalitico sul tema della pornografia, Il giornale dei genitori, n. 56, Ed. Nuova Italia

Attraversando la linea del progresso sociale e della liberazione da costrizioni e restrizioni tradizionali incontriamo finzione, lo sconcio pornografico, il falso, come rifugio dall’angoscia patologica procurata dalla situazione vivente, dalla donna e dai precursori della sessualità che rimandano ad antichi perturbanti scenari infantili.

(1980) L’ottica di uno psicoanalista sul tema “gioco e creatività”, Il giornale dei genitori, n. 61, Ed. Nuova Italia

La creatività si sviluppa attraverso il superamento dei conflitti interni e si diventa liberi attraverso l’accettazione della sofferenza. La scoperta dell’importanza del gioco, della fantasia e della creatività, durante tutto l’arco della vita delle persone, fa emergere uno stretto collegamento tra creatività e libertà.

(1982) Alcolismo e psicoanalisi, Atti del convegno “Alcolismo. Ospedale e territorio”, Roma 5-6 marzo 1982, Istituto italiano di medicina sociale

Quale male oscuro si cela dietro certi comportamenti autodistruttivi e quale spinta interiore sfocia nel lesivo, nel non creativo? L’uso della sostanza tossica; anche nell’euforizzazione si intravede la stessa funzione difensiva, il cui movente comune si rintraccia nella negazione del dolore psichico e, al tempo stesso, in una massiccia negazione della propria fragile struttura interna.

(1982) 1895-1899-1901, Sintesi di casi clinici e testi freudiani, Quadrangolo, n. 15, Ed. Bulzoni

“Ora l’aria è piena di cose magiche
Che ad ogni passo c’imbattiamo nei fantasmi”
(
Faust, II parte atto V – Scena di Mezzanotte, 1831)
Il dottor Freud ci viene presentato mentre svela l’incomprensibile. Lo stile coinvolgente con cui ci viene narrato bonifica l’effetto perturbante dello sconosciuto e del misterioso.
Il ‘900 si apre con la scoperta scientifica dell’inconscio. Siamo nel momento felice della creazione della psicoanalisi e veniamo condotti nel mondo finora inaccessibile dei sintomi, dei sogni, della psicopatologia della vita quotidiana fino ad incontrare i caratteri universali della vita psichica, le leggi del funzionamento mentale dell’essere umano e del flusso inconscio che pervade la vita.

(1982) La casa dei pioppi, Quadrangolo, n. 15, Ed. Bulzoni

L’eterno dialogo tra padri e figli. Questa volta in scena nell’aia di una casa di campagna. L’intemperanza del figlio in contrappunto con la prudenza del padre. Le promesse dei padri stempereranno o alimenteranno le sfide dei figli?

(1983) Freud e la terapia, Comunicazione al V congresso nazionale della SPI, Roma 1 giugno 1982, Quadrangolo, n. 16, Ed. Bulzoni, anche in Echi di psicoanalisi, 1, 2003, Ed. Kappa

Una scienza che ha come oggetto la soggettività e l’affettività, un unicum che nasce dall’autoanalisi del suo scopritore: un contributo di quarant’anni fa, tuttora fervido di spunti nell’attualità della riflessione sull’uomo, sulla società, sulla scienza.

(1983) Eclissi dell’Io nel gruppo terapeutico, in La psicoanalisi di gruppo, i contributi della S.I.P.G. al convegno “La processualità nel gruppo”, 18-19 giugno 1983, Ed. Bulzoni

Una disamina dei processi che avvengono nel gruppo terapeutico, attraverso anche un confronto con i processi che si manifestano nella situazione duale analitica.

(1983) L’ascolto e la metafora, in La psicoanalisi di gruppo, i contributi della S.I.P.G. al convegno “La processualità nel gruppo”, 18-19 giugno 1983, Ed. Bulzoni

Un lavoro sull’ascolto analitico e sulla metafora che si dipana attraverso immagini, ricordi, frammenti clinici, concetti teorici, metafore

(1985) Shakespeare e l’uomo moderno, Atti del convegno di Pescara 1984, Quadrangolo, nuova serie n. 1

La verità ed il disvelamento dell’inconscio avanzano nel corso del tempo e l’intuizione degli artisti partecipa a rendere trasparente lo schermo che vela i meccanismi inconsci. Dall’uomo vittima del fato dell’antichità si procede all’uomo cosciente del proprio mondo interno, che vuole essere padrone del proprio destino. Ma è un percorso doloroso, che comporta per Amleto la percezione della propria ambiguità verso il padre e per Romeo e Giulietta la coscienza che determinazione ed aggressività, con i traumi che ne conseguono, sono l’immancabile complemento dell’amore ideale.

(1989) Introduzione a N. Perrotti, L’Io legato e la libertà, Ed. Astrolabio, anche come Una vita intensa, Quadrangolo, apr-set 1976

Il ricordo di un pioniere della psicoanalisi, inquadrato nel clima storico-culturale in cui è vissuto, attraverso una serie di caratteristiche professionali e personali, come il rigore scientifico, la capacità clinica e quella umana di valorizzare la parte migliore dei suoi allievi. Vengono descritti sinteticamente i contribuiti che Nicola Perrotti ha offerto nel corso degli anni: la depersonalizzazione, la psicologia dell’Io e la psicologia collettiva, la differenziazione dell’istinto aggressivo, il saggio “La suggestione” del 1932, oggetto di elogi da parte di S. Freud.

(1990) I sogni di Otello, in La concezione psicoanalitica della gelosia, Atti del convegno di Roma 21-22 febbraio 1988, Ed. Teda

Quali sogni avrebbe potuto fare Otello? La mente ha bisogno di soluzioni: nello straordinario artifizio perrottiano il sogno dispiega il tragico Shakespeariano e nel nero dell’intreccio morboso di passioni,

invidie, gelosie, odii, deliri, si incontra altro; l’Otello trionfale nasconde l’uomo fragile. Forse i sogni più belli che un paziente possa raccontare al proprio analista.

(1993) Verità e bugia in Torquato Tasso, Psiche, a. 1 n. 3, anche in Echi di psicoanalisi, 5, 2009, Ed. Kappa

Il cambiamento catastrofico spiegato attraverso le vicende umane e artistiche del Tasso. La follia del poeta dopo la stesura del capolavoro come prezzo di un’evoluzione. I figli si scoprono migliori dei padri. La prima linea cade nella follia. Le seconde linee portano avanti la società. E la verità guadagna terreno sulla bugia.

(1994) Etica e psicoanalisi, volume collettaneo, a cura di D. Fasoli, Ed. Borla, anche Ed. Alpes Italia, 2014

La questione etica si impone nel momento stesso della nascita della psicoanalisi. I temi originari si ripresentano, seppur con modalità diverse: Le problematiche che possono sorgere dall’incontro tra psicoanalista e paziente, la funzione sociale della psicoanalisi, il concetto di terapia, il valore dell’autoanalisi

(1994) Quarant’anni di Francesco Corrao all’Istituto di Psicoanalisi, Koinos – Gruppo e Funzione Analitica, anno 15, n. 1-2

Cosa resta quando si scrive il ricordo di una persona? Quanto si deposita della persona reale nella memoria di chi si appresta a rievocarne la presenza? E quanto vi è di trasformato, per il gioco delle proprie rappresentazioni, nella rievocazione? Sono interrogativi da lasciare aperti, ma c’è, nel testo, un modo nel descrivere che porta ad integrare, in una doppia attenzione, la realtà della fatica nel lavoro dell’individuo, alle necessità della collettività scientifica che lo ha eletto a suo rappresentante.

(1994) Psicoanalisti d’Abruzzo, Psicoanalisti d’Abruzzo, n. 1, Ed. Borla

La metafora, come il sogno, costruisce ponti tra opposti. Qual è allora il legame tra le parole per dirlo e le parole per non dirlo? Come può avvenire che a volte frammenti di verità possano illuminare ciò che si sta svolgendo al buio? Al centro è posto il tema dei genitori che costruiscono per i figli. Dove, in modalità opposte, si possono ritrovare genitori che adottano, ma anche genitori che possono abbandonare, genitori idealizzati-denigrati e figli spesso troppo richiedenti e troppo insoddisfatti per abitare una casa comune.

(1997) Improvvisamente… in un nero agosto, Psiche, 1997/1

Quanto rimane dopo una perdita? Attraverso pensieri annotati nell’arco di un mese, seguiamo la mente alla ricerca di una qualche soluzione al senso di dispersione di fronte alla morte. Seguendo un filo sotterraneo, che svela conflittualità e inquietudini, la mente può tornare all’ideale materno che sopravvive ai lutti. Il ritrovamento di immagini ideali crea il presupposto della continuità della vita.
Il nero agosto è volato via, e ora mi trovo fortificato verso il dolore.

(2005) L’uomo del farro, Echi di psicoanalisi, 3, Ed. Kappa

Un uomo si avvia alla pensione. Lasciando il lavoro di una vita il futuro si fa buio e una profonda tristezza lo assale. L’analisi, illuminando il passato, dà luce al futuro. E gli affetti ritrovati lo accompagneranno fedelmente nell’affrontare le ultime tappe del viaggio della vita.

(2006) Missione Hiroshima, Echi di psicoanalisi, 4, Ed. Kappa

È ricostruito il terribile sconvolgimento che avviene nella mente del pilota che ha bombardato Hiroshima, mostrando la sua angoscia ed i suoi incubi di fronte all’orrore di quanto è avvenuto. La sua mente è coinvolta in una situazione in cui il mondo interno ed il mondo esterno interagiscono, con una deflagrazione in cui, non meno che per quella avvenuta nella città, il pensiero rischia di perdersi. Il pilota si chiede perché sia toccato a lui di compiere un’azione così tremenda e si confronta con l’effetto devastante che la distruzione, fatta dalla bomba, ha prodotto nella sua vita e con l’incomprensibile indifferenza di tanti altri intorno a lui.

Allegati

(1988) Colloquio con M. Masci, con P. Cruciani, Attualità in psicologia, v. 3 n. 1

(1990) La gelosia amorosa, Domande a M. Abadi, I. Matte Blanco, S. Resnik, in La concezione psicoanalitica della gelosia, Atti del convegno di Roma 21-22 febbraio 1988, Ed. Teda

(1991) Una vita e la psicoanalisi, Intervista di D. Ferreri, La ragione possibile, a. 2 n. 2, Ed. Bagatto Libri

(1991) Intervista di L. Giordano, in Amleto-Edipo-Freud, Atti del convegno della S.I.P.G., Salerno 1987, Ed. Metafora

Nell’intervista, che introduce gli atti del convegno Edipo, Amleto, Freud, viene ribadita la centralità strutturante del complesso edipico, immutabile nel tempo e non alterabile dalle variazioni che avvengono nella società. Il procedere della rimozione è ciò che distingue Edipo da Amleto e rende più possibile la vita sociale. I punti iniziali e finali del dramma umano, la nascita e la morte, non cambiano, ma Freud, con il suo disvelamento, permetterà l’internalizzazione delle figure del dramma con la conseguente diversa elaborazione nel tempo di affetti e pensieri.

(1993) Lo scienziato del dolore umano, Conversazione con D. Fasoli, in A partire da Freud, Ed. Teda

Una conversazione ci propone uno sguardo su quei padri che hanno avuto la forza di conoscere gli altri in se stessi, con coraggio e sofferenza. Anziché scrollarsela, si caricano addosso il peso dell’idea dolorosa. È un errore, un inutile dispendio di energia nascondersi ciò che esiste; meglio andare fino in fondo e utilizzare per la vita le energie sottratte al tragico gioco del nascondere. Con l’autoanalisi Freud ha compiuto la più eroica delle imprese e ha tracciato la via per il futuro.

(1993) Sigmund è morto e lotta insieme a noi, Articolo di L. Lilli, la Repubblica, 2 dicembre 1993

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