Psicoanalisi di gruppo

Fin dal principio, i gruppi hanno costituito un tema teorico e clinico di primaria importanza per Lo Spazio. L’interesse per il gruppo, inteso come una legittima estensione della teoria e della terapia psicoanalitica, si stava diffondendo proprio negli anni ‘70. I lavori di Wilfred Bion furono oggetto di seminari di Paolo Perrotti e argomento di gruppi di studio, a cui partecipavano moltissimi soci che si stavano formando, facendo esperienza come osservatori e dando anche vita a gruppi in forma di supervisione.
Il gruppo condotto secondo Bion era visto come un modo per avvicinare la psicoanalisi ai temi della psicologia collettiva, che evitava il rischio di perdere la sua specificità teorica confondendosi con impostazioni sociologiche o psicologico sociali, proprie di altre prospettive.
Per Paolo Perrotti e i primi fondatori de Lo Spazio fu fondamentale l’incontro e la lettura, nel 1970 e negli anni successivi, del libro Esperienze nei gruppi di W. Bion. Nella sede de Lo Spazio furono avviati dei gruppi psicoanalitici validi terapeuticamente, che furono anche un fecondo campo di ricerca. Ma, al di là dell’interesse terapeutico, il testo di Bion mostrava i condizionamenti inconsci dell’individuo, immerso in un gruppo. Il gruppo stesso e il suo funzionamento diventavano l’oggetto di indagine. Ricordiamo l’ambiente di quegli anni, pionieristico nel campo psichiatrico, ricco di tensioni sociali che favorivano un rinnovamento dei modelli di riferimento che stavano alla base delle pratiche psicologiche relative all’individuo, al gruppo e alle relazioni sociali in generale. Fu esplorato il conflitto interiore tra individuo e gruppo, la necessità di sentirsi parte di un gruppo, senza perdere la propria individualità. Emerse la necessità di distinguere fra cooperazione e solidarietà in contrapposizione al bisogno primitivo di aderire acriticamente all’ambiente. Per coloro che si impegnavano nel campo della salute mentale, la dimensione collettiva intelligente ed umana
del gruppo di lavoro e la sua capacità di pensiero riflettevano le speranze di libertà e cambiamento di allora, arricchendole di concretezza, in un’ottica psicologica, studiata e sperimentata in un ambito clinico e scientifico. È importante notare come il modello di Bion, nato in un ambito esperienziale e condotto con rigore scientifico, abbia anche interagito con la cultura sociologica ed artistica di quegli anni.
Ancora oggi, nello Spazio è vivo e centrale l’uso del gruppo, come elemento di formazione e ricerca, luogo dove sperimentare e mettere in opera l’ottica psicoanalitica, irrinunciabile campo di osservazione delle dimensioni individuali, collettive e istituzionali.

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